ERNESTO CAZZANIGA - MEDAGLIA D'ONORE ALLA MEMORIA
Nella cornice della sala consiliare il sindaco, Mauro Colombo, quale delegato del Prefetto, Sua Eccellenza Patrizia Palmisani, ha consegnato ai famigliari di Ernesto Carzaniga l’onorificenza, Assegnata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai deportati e internati nei lager nazisti.
Ecco la testimonianza di mia cugina Rina che mi ha raccontato la vita militare del padre ricostruita dall’esame dei documenti militari gelosamente custoditi dalla madre perché fossero memoria per i figli e per i nipoti.
“Mio padre Carzaniga Ernesto, non ancora ventenne, il 19 marzo 1940 fu arruolato come soldato di leva. Iniziò l’addestramento militare, per due mesi, nel deposito di Vittorio Veneto. Fu poi mobilitato presso il 17° settore di copertura, dove fu nominato caporale, e lì rimase fino all’11 giugno 1940.
Il 10 giugno 1940, Benito Mussolini aveva dichiarato l’entrata in guerra dell’Italia alleata alla Germania e l’addestramento di mio padre era stato infatti finalizzato a questo.
Fu quindi trattenuto alle armi in stato di guerra e trasferito al 55° Reggimento fanteria di Treviso, 167° compagnia cannoni. Dal 21 ottobre 1942, fu trasferito al 9° Reggimento fanteria alle dipendenze del comando di divisione Regina e partecipò alle azioni di guerra nel Mediterraneo- mar Egeo. Era di stanza a Rodi. Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, combatté contro i Tedeschi, diventati nostri nemici, per tre giorni. L’ 11 settembre 1943 fu fatto prigioniero ed internato in Germania al 6° campo per prigionieri militari Stammlager a Versen. Fu liberato l’8 maggio 1945 dalle forze alleate e trattenuto in Germania fino al 2 settembre. Fece ritorno a casa a settembre, proprio alla domenica della festa di santa Giustina. Nel dicembre del 1946, i miei genitori si sposarono. Ma la vita di mio padre non fu mai serena. A volte mi prendeva sulle ginocchia e mi raccontava del tempo trascorso in prigionia. Non poteva leggere o ascoltare notizie sulla Germania: il ricordo era sempre troppo doloroso. Gli stenti e le sofferenze subite avevano minato la sua salute tanto che, a soli 40 anni, dovette lasciare il lavoro per grave invalidità. Morì a soli 57 anni.
A nome di noi figli, dei nipoti e di tutti i famigliari, esprimo un sincero grazie per l’onorificenza che, in nome del Presidente della Repubblica, il nostro Sindaco ci consegna a riconoscimento e a memoria del sacrificio dei molti soldati Italiani deportati nei lager tedeschi. Oggi, Giorno della Memoria, insieme commemoriamo anche i milioni di morti in guerra e nei campi di concentramento di quel terribile periodo della nostra Storia.”
Nella cornice della sala consiliare il sindaco, Mauro Colombo, quale delegato del Prefetto, Sua Eccellenza Patrizia Palmisani, ha consegnato ai famigliari di Ernesto Carzaniga l’onorificenza, Assegnata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai deportati e internati nei lager nazisti.
Ecco la testimonianza di mia cugina Rina che mi ha raccontato la vita militare del padre ricostruita dall’esame dei documenti militari gelosamente custoditi dalla madre perché fossero memoria per i figli e per i nipoti.
“Mio padre Carzaniga Ernesto, non ancora ventenne, il 19 marzo 1940 fu arruolato come soldato di leva. Iniziò l’addestramento militare, per due mesi, nel deposito di Vittorio Veneto. Fu poi mobilitato presso il 17° settore di copertura, dove fu nominato caporale, e lì rimase fino all’11 giugno 1940.
Il 10 giugno 1940, Benito Mussolini aveva dichiarato l’entrata in guerra dell’Italia alleata alla Germania e l’addestramento di mio padre era stato infatti finalizzato a questo.
Fu quindi trattenuto alle armi in stato di guerra e trasferito al 55° Reggimento fanteria di Treviso, 167° compagnia cannoni. Dal 21 ottobre 1942, fu trasferito al 9° Reggimento fanteria alle dipendenze del comando di divisione Regina e partecipò alle azioni di guerra nel Mediterraneo- mar Egeo. Era di stanza a Rodi. Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, combatté contro i Tedeschi, diventati nostri nemici, per tre giorni. L’ 11 settembre 1943 fu fatto prigioniero ed internato in Germania al 6° campo per prigionieri militari Stammlager a Versen. Fu liberato l’8 maggio 1945 dalle forze alleate e trattenuto in Germania fino al 2 settembre. Fece ritorno a casa a settembre, proprio alla domenica della festa di santa Giustina. Nel dicembre del 1946, i miei genitori si sposarono. Ma la vita di mio padre non fu mai serena. A volte mi prendeva sulle ginocchia e mi raccontava del tempo trascorso in prigionia. Non poteva leggere o ascoltare notizie sulla Germania: il ricordo era sempre troppo doloroso. Gli stenti e le sofferenze subite avevano minato la sua salute tanto che, a soli 40 anni, dovette lasciare il lavoro per grave invalidità. Morì a soli 57 anni.
A nome di noi figli, dei nipoti e di tutti i famigliari, esprimo un sincero grazie per l’onorificenza che, in nome del Presidente della Repubblica, il nostro Sindaco ci consegna a riconoscimento e a memoria del sacrificio dei molti soldati Italiani deportati nei lager tedeschi. Oggi, Giorno della Memoria, insieme commemoriamo anche i milioni di morti in guerra e nei campi di concentramento di quel terribile periodo della nostra Storia.”