Cenni storici sul comune di Bellusco, dalle origini a oggi
La storia
La storia di Bellusco comincia ufficialmente nel IX secondo dopo Cristo, ma solo se ne vengono considerate le attestazioni scritte: il nucleo abitato è difatti presente anche in epoche più antiche.
Rifacendosi all’etimologia – incerta e forse riferita al nome di una divinità solare – del nome, è possibile ipotizzare che Bellusco esistesse già all’epoca in cui le legioni romane raggiunsero la pianura padana, attorno al 200 avanti Cristo.
La prima testimonianza scritta in cui è nominato Bellusco è un atto notarile di permuta di beni tra il Vescovo di Bergamo Adalbero e un nobile, Inselberto: risale all’anno 898 dC.
In epoca longobarda Bellusco divenne feudo della famiglia nobiliare dei Beluschi prima e dei Guaschi poi, il cui declino comincerà solo intorno al XV secolo, quando al loro posto si insediarono le famiglie dei Da Corte e dei Seccoborella. Furono i primi, nel 1467, a costruire il Castello, a fronte delle mire espansionistiche veneziane.
“Laude a Dio Martin da Corte m’a facto/Non a offension di persona alcvuna/solo a riparo de ogni svo disfacto. 1467” Iscrizione della lapide in marmo sull’ingresso principale del Castello
Signori di Bellusco furono in seguito i Carcano, il cui nome accompagna la storia del paese da Cinquecento fino all’Ottocento, con l’arrivo delle famiglie Perego da Cremnago e Cornaggio-Medici.
Del 1861 è l’inizio del cantiere per la costruzione della nuova chiesa, che sarebbe stata consacrata nel luglio 1864. Il municipio di piazza Kennedy fu costruito tra il 1908 e il 1909.
In quell’anno 1861 Bellusco contava 1483 abitanti. Oggi sono poco più di 7300. L’economia del paese si è lungo basata sull’agricoltura, in particolare sulla coltivazione dei cereali e l’allevamento del baco da seta. Di inizio Novecento l’avvio delle attività industriali, dedicate prevalentemente ai settori metallurgico, tessile e delle materie plastiche.
Agli anni Sessanta risalgono il progressivo aumento della popolazione e il nuovo sviluppo urbano (e industriale) del paese.
Lo stemma e il gonfalone
"Stemma: di azzurro, al torrione di due palchi di rosso, mattonato di nero, ogni palco merlato di tre alla guelfa, il palco inferiore finestrato di due finestre, poste in fascia, del campo, esso torrione aperto del campo e fondato sulla campagna di verde.
Gonfalone: drappo partito di azzurro e verde, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune".
Descrizione nel decreto di concessione da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi del 4 ottobre 2001.
Lo stemma tende ad evidenziare due elementi peculiari del territorio comunale, uno di carattere storico e uno di carattere economico: l’esistenza delle vestigia di un antico castello e la particolare fertilità del suolo.
Il termine araldico ”mattonato” indica che il torrione ha gli interstizi dei suoi mattoni di smalto diverso (nel caso specifico, di nero) da quello del torrione (che è di rosso). Il termine “campagna”, infine, in araldica sta a indicare la parte inferiore dello scudo, delimitata da una linea retta orizzontale che è posta a meno di un terzo della sua altezza, partendo dalla punta.