Comune di Bellusco

UNA MEDAGLIA D'ORO ALLA MEMORIA DI CHI HA SAPUTO DIRE NO A BENITO MUSSOLINI

Giovedì 2 giugno, Festa della Repubblica, è il tradizionale appuntamento con la consegna delle onorificenze ai familiari degli italiani deportati e internati nei lager nazisti. Quest’anno il nostro concittadino, Giuseppe Mendicino, segretario comunale di Casatenovo e Treviglio, ha ritirato dalle mani del Prefetto di Monza e della Brianza, sua eccellenza Patrizia Palmisani, il riconoscimento dedicato al nonno Giovanni Giovagnini. Nato a Sansepolcro il 19 agosto del 1907, sergente maggiore del genio pontieri, Giannino, come viene chiamato, è imprigionato il 9 settembre 1943 a Firenze, dopo aver detto no alla RSI di Mussolini, e quindi rinchiuso in un lager nei pressi della cittadina tedesca di Ohlings. A Giannino viene affibbiato il numero 67869 e, come tutti i prigionieri, in quel campo di concentramento subisce angherie di ogni tipo. Conosce il tedesco e questo gli permette, nei mesi successivi, di divenire il portavoce dei pochi diritti dei prigionieri insieme al tenente cappellano Onofrio Canepa di Genova. A causa di questa attività sono entrambi accusati di incitare gli altri prigionieri a non collaborare con i tedeschi a rifiutare la Repubblica di Mussolini. Per questa attività Giannino viene messo agli arresti e il Canepa viene trasferito in un lager. Il rapporto con il Canepa è molto speciale, tanto che, prima di essere trasferito avendo poche speranze di sopravvivere, consegna a Giannino il suo orologio Omega, affinché lo consegni dopo la guerra ai suoi genitori. In realtà Canepa sopravvive e incontrerà successivamente Giannino, al quale lascia l’orologio, diventato poi un ricordo della famiglia. Giannino fugge dal lager il 15 febbraio 1945 e viene trattenuto in Francia presso le forze armate alleate sino al 11 giugno 1945.

Dopo la guerra ritorna a Sansepolcro e lavora come capomastro. Qui viene anche eletto consigliere comunale prima di morire il 23 luglio 1987.